torsdag 28 oktober 2010

Commenti

Solo per informarvi - i commenti che scrivo sui vostri blog spariscono. Non so perché. C'è un mostro mangiacommenti in giro sulla rete? =)

onsdag 27 oktober 2010

Qualche foto da Pechino
















Ehhh, cosa hai detto?




















Buono?




















E che cosa si può fare allora?


















Dappertutto!


















Chinese style!


















E finalmente... una chiesa cattolica...

tisdag 26 oktober 2010

Natale a "casa"

Sto girando il web per trovare biglietti per passare il natale qui:















Ma a natale sarà più o meno così:
















Il bisogno di biglietti divido con il 75% degli abitanti di Stoccolma, mi sembra...

Ed io che volevo vivere in città...

Se qualcuno me l'avesse proposto cinque anni fa?
Avrei detto: - Neanche fra mille anni!
Sono passati solo cinque.
Ma oggi l'ho vista io.
La casa perfetta!
Terazza grande.
Circondata dal mare.
Quattro stanze e servizi.
Su una colle in mezzo a niente.
30 minuti dal lavoro e 50 da Bromma.
Aria fresca, boschi, e vicini non vicini, ma lontani.

Si può?
Si può non farlo?
Lasciare il mondo vero?
Chiudersi nel proprio sogno?
Richiedere dai bambini di vivere così?

måndag 18 oktober 2010

Aristotele

Quando uno lavora con ragazzi, specialmente ragazzi come quelli della scuola dove lavoro io, con difficultà con la lingua svedese, con poche conoscenze dalla scuola dell'obbligo, con problemi sociali e un senso di non fare parte di questa società che gli circonda, uno pensa molto di che cosa è che aiuta i ragazzi ad imparare. Come deve essere l'insegnante perfetto?

Tutte le ricerche fatte dimostrano che l'unica cosa che si può individuare che fa differenza è un rapporto tra allievo e insegnante e "un clima" in classe buoni. Gli alunni non imparano se hanno un insegnante che non riesce a creare qualche tipo di rapporto positivo con loro nonostante sia un esperto della materia che insegna o nonostante sappia usare i metodi di insegnamento teoreticamente più efficaci.

Ma allora com'è che uno può usare gli stessi metodi in due classi differenti ma con risultati molto differenti? Com'è che uno può comportarsi uguale in due classi differenti e avere risultati molto differenti?

Secondo me si tratta di quello che qui in Svezia chiamiamo "tyst kunskap", cioè conoscenze che non si possono esprimere facilmente con parole, conoscenze che non si possono imparare da un libro, con le parole di Aristotele, conoscenza pratica.

Secondo Aristotele la conoscenza pratica consiste di coraggio, moderazione, giustizia, mitezza e di essere amichevole. Le propozioni non sono sempre le stesse.

Un esempio: In classe devo mostrare che sono io il capo. Se qualcuno mi provoca perché non accetta che sono io che dirigo devo mostrarlo. In alcuni casi sono "coraggiosa" e forse dico al ragazzo di uscire dalla classe. Logicamente è giusto farlo e lo faccio in un modo moderato, sempre con una certa mitezza e sempre senza essere cattiva. Un'altra volta con un'altro ragazzo scelgo di essere meno coraggiosa e più amichevole e lo tratto con più mitezza. Forse scelgo di parlare con il ragazzo dopo la lezione invece di chiedergli di uscire dalla classe, anche se sarebbe giusto fare l'ultimo. Anche se agisco in modi diversi il risultato è lo stesso e sento che ho fatto quello giusto. Perché? Certo perché sono due ragazzi differenti, con due storie differenti, con due esperienze della scuola differenti e due posizioni nella classe differenti. Ma che cos'è che mi porta a usare strategie diverse? Ovviamente non qualcosa letto in qualche libro di pedagogia e senza dubbio non le regole della scuola. No, è semplicemente quella conoscenza pratica.

Un'altra spiegazione di Aristotele è che questa conoscenza è un misto tra teoria e intuizione, o con altre parole tra teoria e sensazione/sentimento. Per avere conoscenze pratiche c'è bisogno di essere sensibile e attento, avere fantasia e talenti emotivi perché si tratta di distinguere quello che è unico in ogni situazione e da quello agire in situazioni imprevisti. Secondo Aristotele è importante avere regole per guidare la gente, ma chi ha conoscenza pratica non generalizza, invece vede ogni situazione come unico e agisce secondo quello, è sensibile per il momento giusto per la cosa giusta attraverso le persone giuste con lo scopo giusto in modo più adatto e giusto.

Ecco. Ma che c'entra con l'Italia? O la Svezia? Non so... ma ho la sensazione che gli svedesi molto più spesso usino la teoria e le regole senza avere il corraggio di usare anche l'intuizione, per esempio quando la persona che lavora all'ufficio di collocamento non fa nessuna eccezione anche se con un po' di sensibilità sarebbe ovvio che si deve farlo. Invece gli italiani usano un po' troppo le emozioni e si dimenticano di ogni teoria o regola e perciò nessuno paga il biglietto dell'autobus. Non so...

söndag 17 oktober 2010

Una passeggiata nel bosco

Oggi una piccola passeggiata nel bosco dietro la casa per trovare decorazioni autunnali.
















Ecco il capo della spedizione!

















Chi abita qui?















Non da mangiare...













L'amore non vede ostacoli?

















Il risultato =)
















Questi poveri fiori d'estate non si arrendono...

måndag 11 oktober 2010

Domani

Un'altra immagine della Svezia in ottobre...


Anche questa vera...

Divertimenti in ottobre

Oggi alla lezione di svedese ci siamo divertiti così:

  1. Stor större störst
  2. Liten mindre minst
  3. många fler flest
  4. färre ?????
  1. Använd dig av adjektivet vid och fyll i de tomma raderna:
Anna har en vid kjol och Josefin har ett ___________________ förkläde.

  1. Vem är äldst, en gammal man eller en äldre man?
  2. Vilken är kortast, en kort text eller en kortare text?
  3. Om inte Lotta inte sa att hon inte vill gå på bio. Vill hon gå på bio då?
Ecc.... Non è difficile divertirsi con dei sedicenni...

torsdag 7 oktober 2010

Svedesi 2

Tanti giorni fa, almeno mi sembrano tanti, ho scritto che ci sono due cose molto importanti per gli svedesi, ma ho solo nominato la prima - di essere 100% informati su tutto.

L'altra cosa molto forte negli svedesi è che tutto deve essere "rättvist", giusto, tutti devono avere gli stessi diritti.

So che molti non-svedesi pensano che gli svedesi siano falsi, che parlano solo, ma che non dicono quello che pensano veramente. In un modo può essere così, ma spesso ha a che fare con questo forte senso di giustizia, dei diritti di tutti. Se uno svedese pensa in un modo che non è in linea con quello giusto, sa che è sbagliato e fa guerra con se stesso per "migliorare" e imparare a pensare in un altro modo. Cerca di non accettare questi sentimenti "sbagliati" e cerca di non esprimerli. Forse vuol dire essere falso, ma io non la vedo così.

In un altro post abbiamo discusso se gli svedesi sono razzisti o no, e io ho scritto che siamo razzisti come tutti gli altri, ma non vogliamo accettare che lo siamo. Io non vedo questo come falso, lo vedo come uno sforzo per cambiare.

Gli svedesi sono molto sentimentali e io penso che abbia a che fare con questo senso di giustizia, un senso di volere quello che sia giusto e buono per tutti. (Pazienza verranno anche i lati negativi...). Uno svedese si emoziona facilmente, può piangere quando guarda un film sentimentale o quando il figlio vince una partita di calcio o quando parla con qualcuno che sta male. Ho avuto dei colleghi (anche maschi) che hanno sofferto tanto perché non hanno potuto sopportare di sentire tutti i problemi che hanno gli alunni senza mettersi a piangere.

È facile capire gli svedesi come stupidi, ingenui e indecisi. Capisco quest'interpretazione. Ma, secondo me è sbagliata. Uno svedese che lascia i cestini di fragole su un tavolo vicino alla strada con una scatola dove lasciare i soldi vicino, non lo fa perché è stupido o ingenuo, ma perché dimostra fiducia nella gente, perché ha deciso di dimostrare fiducia nella gente, perché non si permette di essere sospettoso. E normalmente va bene.

Ho una cugina che viaggia da sola in tutto il mondo (Cina, Tibet, gli Stati Uniti, la Russia, dovunque) e lei è convinta che se lei dimostri fiducia nella gente, quella fiducia viene trasmessa agli altri e anche se all'inizio hanno l'intenzione di fare qualcosa di brutto, cambiano idea. Mi potete chiamare scema, ma sono sicura che c'è un po' di verità nel suo modo di pensare. Almeno non le è mai successo niente durante i suoi viaggi.

Poi ci sono occasioni in cui non va bene, come per esempio con la nostra macchina. Saremo più sospettosi la prossima volta, senza dubbio, ma mi dispiace tantissimo, mi da fastidio dover esserlo...

Anche il fatto che uno svedese in una discussione può sembrare indecisivo e debole penso abbia a che fare con il senso della giustizia. Cerca di mettersi nei panni dell'altro e allora non può imporre le proprie idee sull'altro senza almeno dargli un po' retta. Uno svedese direbbe "Secondo me sia così, ma dall'altra parte si può anche vederlo così...". A volte però diventa una lotta tra il senso di giustizia e il senso di dover avere ragione, in caso abbia già controllato tutto. Si potrebbe dire che lo svedese in una discussione o ha problemi lottare per le proprie idee, o e molto testadura e non accetta disussioni. Ma non è un caso che svedesi sono visti come dei diplomatici buoni e spesso vengono scelti per negoziare in conflitti tra per esempio paesi.

Trovo questo modo di pensare molto simpatico, ma ci sono logicamente dei lati negativi. Il primo e quello più forte, direi anche devastante è sul livello politico. Per tanti tanti anni si ha solo parlato dei diritti dei cittadini, ma dimenticato che abbiamo anche doveri. Questo fatto che tutti abbiamo gli stessi diritti è stato interpretato come "tutti devono essere uguali, avere le stesse cose, la stessa instruzione ecc". Secondo me è totalmente sbagliato! Non siamo uguali, non vogliamo le stesse cose o lo stesso tipo di lavoro.

Certamente è simpatico che uno stato vuole dare più possibile a tutti i cittadini, ma fino a un certo punto, altrimenti la gente diventa svogliata. Se lo stato mi da i soldi per fare un viaggio con i bambini perché sono disoccupata e non melo posso permettere altrimenti, dove troverò l'entusiasmo per cercare un lavoro? Ho già tutto anche se non lavoro...

La stessa cosa con la scuola. Se è sempre la colpa della scuola se non va bene per me perché mi devo sforzare? Infatti nella scuola dell'obbligo i ragazzi non possono essere bocciati, o per essere piì precisa, se vengono bocciati è la scuola che deve fare si che riescono a passare le esami, anche se il 90 % dei ragazzi che vengono bocciato lo sono perché non sono andati alle lezioni.

Succede anche che in una classe quelli bravi devono aspettare fino a quando quelli più "scarsi" hanno imparato, prima di andare avanti. Tutti devono essere uguali e se ci sono quelli che sono più veloci devono aspettare, altrimenti impareranno più degli altri, e non può essere giusto...

Oggi è abbastanza raro questo modo di pensare, ma mi ricordo quando io andavo a scuola . Quando avevo finito un compito, per esempio in matematica, la maestra non mi faceva andare avanti, invece mi dava dei fumetti per leggere mentre aspettavo quelli più lenti. Ancora non leggo mai i fumetti, non mi viene proprio la voglia, odiavo così tanto quei momenti di attesa. Per dire la verità quei primi anni di scuola mi hanno fatto perdere tutta la voglia di studiare. Durante tutta la scuola dell'obbligo non facevo quasi niente, guardavo fuori la finestra, pensavo al fidanzato, perché non valeva la pena sforzarmi, visto che in pochi minuti la sera potevo riprendere quello che gli altri della classe avevano fatto durante le lezioni. Oggi non succede così spesso, ma succede ancora.

Io voglio logicamente che tutti abbiano le stesse opportunità, gli stessi diritti di per esempio studiare, ma non vuol dire che DOBBIAMO tutti studiare le stesse cose.

Il governo svedese degli ultimi vent'anni ha fatto molti sbagli di questo genere, secondo me. Ha per esempio deciso che tutti devono essere uguali (ma lo diventiamo solamente perché c'è una legge che dice così?) e perciò tutti devono studiare le stesse materie al liceo, con poche eccezioni. Si dice che tutti devono avere le competenze per studiare all'università.

Può sembrare un'idea simpatica, ma non lo è perché un allievo che sceglie di studiare il programma per diventare cuoco o parrucchiere non ha normalmente l'intenzione di studiare all'università. Il risultato è invece che tantissimi ragazzi smettono la scuola senza avere l'esame, specialmente quelli sui programmi pratici. Non perché non vogliono più diventare cuochi, ma perché i corsi teoretici sono troppo difficili.

Dicono che hanno fatto questa scelta perché vogliono che tutti abbiano le stesse possibilità e non vogliono creare una squadra A e una squadra B. Ma allora, vuol dire che un parrucchiere vale meno di uno che ha studiato all'università? Secondo me, invece di riconoscere che siamo tutti uguali, creano valori che dicono che un parrucchiere vale meno di uno che ha studiato all'università. Creano loro le squadre A e B.

Poi, pensando così non si può dire che tutti hanno gli stessi diritti perché chi non vuole studiare all'università non mi sembra abbia lo stesso diritto di studiare quello che gli interessa.

Non penso proprio che sia bene volere tutto uguale per tutti. I bambini non imparano mai che la propria vita può essere differente della vita degli amici. Ma la vera non è uguale per tutti! Ci sono quelli che hanno più cose materiali, ma meno amore, ci sono quelli che si ammalano o muoiono giovani, ci sono quelli che hanno fumato, bevuto mangiato malissimo ma che vivono cent'anni. Chi ha il talento per disegnare, chi è un genio di matematica. Ci sa cantare e chi sa giocare a tennis. La vita in se, non è uguale per tutti. Ma si può e si deve combattere per dare le stesse possibilità a tutti per crescere, per realizzare i propri sogni, per essere al coperto e mangiare ogni giorno.

Finalmente. È difficile vivere la vita pensando sempre ai diritti degli altri. Ci sono tanti che l'hanno fatto ma che con gli anni hanno cominciato a sentire che non ne valeva la pena, che sono stati fregati. Sono quelli che votano SD, o che parlano sempre con un sorisetto sarcastico sulla bocca.

måndag 4 oktober 2010

Ecco


Avviso! Si prega ai signori allergici alle lamentele di non leggere questo post!















Ecco. Arrivato l'autunno. E io mio ritrovo senza dubbio per una selva oscura. Quella allegorica, non quella vera ( o forse tutt'è due?). Sto dirigendo due scuole che veranno chiuse in giugno. Poi sto organizzando altre due scuole che saranno aperte in agosto, ma senza sapere se lavorerò neanche in una delle due. Non chiedermi perché. È solamente così. Ho un lavoro comunale.

Sto cercando di tenere in piedi una famiglia con quattro figli. Credetemi. Il detto svedese "Små barn, små bekymmer. Stora barn, stora bekymmer." (Figli piccoli, problemi piccoli. Figli grandi, problemi grandi) l'ha inventato qualcuno che capisce le cose. Non che sia successo qualcosa grave qui a casa, non che sono sola a mantenere questa famiglia, ma quando i grandi hanno bisogno di aiuto non si tratta di cambiare un pannolino in cinque minuti... A proposito dei piccoli. Stanno abbastanza bene per andare all'asilo ( e la scuola) ogni mattina, e abbastanza malati per tenermi sveglia ogni notte con le lamentele di mal ti testa, mal di pancia, mal di gola. Ma solo la notte.

E poi l'autunno. Ogni mattina più fredda. Il cielo grigio. Dammi almeno un giorno di sole! Odio la Svezia dalle prime mattine sotto zero fino alla prima neve...

Eh, si, dimenticavo... abbiamo avuto la macchina...